Montefiascone - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Montefiascone
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
ROCCA PAPALE (secoli XII-XVI)
 Le origini ufficiali della fortezza risalgono ad INNOCENZO III (fine del XII sec.). Interventi successivi furono fatti realizzare da papa URBANO IV negli anni 1261-1262 e da MARTINO IV nel 1281 e 1282. Durante il periodo della cattività avignonese (1309-77), la Rocca di Montefiascone costituì il centro degli affari politici dell'intero Patrimonio di S. Pietro. Oltre ai Rettori vi dimorarono, con la propria corte, i Legati francesi. Papa URBANO V, negli anni 1367-1370, la scelse come residenza estiva. Verso la fine del XV secolo, su commissione di CESARE BORGIA, ANTONIO DA SANGALLO IL VECCHIO cercò di riadattare il vecchio edificio alle nuove esigenze belliche. I lavori, seguiti poi da ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE, terminarono nel 1516, sotto il pontificato di LEONE X Medici.
CATTEDRALE DI S. MARGHERITA (secoli XV-XIX)
 L'originario progetto architettonico d'impronta bramantesca - fine del XV sec. - che caratterizza la chiesa inferiore, sembra dovuto all'architetto fiorentino ANTICO DI STEFANO.Nel terzo decennio del XVI sec. MICHELE SANMICHELI impianta l'ottagono superiore ed una cupola emisferica a doppia volta che non sarà mai realizzata. Nel 1670, dopo l'accidentale crollo del tetto provvisorio causato da un incendio, CARLO FONTANA, architetto sensibile alle conquiste del barocco ed attento alle esperienze del BORROMINI, riprende il progetto della cupola e lo adatta alle esigenze estetiche del proprio tempo. Le torri campanarie e la facciata, costruite nel 1840 rielaborando elementi e soluzioni palladiane, sono opera dall'architetto piacentino PAOLO GAZOLA. Nel 1890 il pittore LUIGI FONTANA realizza le varie sculture e pitture che decorano l'interno.
BASILICA di S. FLAVIANO (secoli XI-XV)
 Sorta nel 1032 sui resti dell'antica chiesa di s. Maria la costruzione romanica, per la sua particolare ubicazione posta sul punto di convergenza di varie strade romee, si proponeva qualederivazione, più o meno diretta, della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. All'inizio del XIV sec. la costruzione romanica fu prolungata e dotata di una nuova facciata in stile gotico. Durante il XV sec. furono costruite le varie cappelle esistenti sul lato sinistro della chiesa. L'interno della chiesa risulta oggi parzialmente affrescato con dipinti di scuola romana, toscana ed umbra del XIV e XV secolo. Nella terza cappella di sinistra si trova la sepoltura di DEFUK, il leggendario personaggio morto per aver bevuto troppo vino moscatello
CHIESA DI MONTEDORO (secolo XVI)
 Nella primavera del 1523 Montefiascone è colpita dalla peste ed i cittadini fannovoto di erigere un edificio in onore della veneratissima Madonna di Montemoro. Passata l'epidemia, l'architetto ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE riceve quindi l'incarico di progettare un santuario in sostituzione della vecchia edicola Quattrocentesca. La fabbrica, iniziata verso il 1527, viene però presto sospesa per mancanza di fondi e dell'ambizioso progetto, che prevedeva annesso un grande convento, si realizza soltanto la piccola chiesa che, nonostante le limitazioni scaturite dalle vicissitudini esecutive, riesce a rendere testimonianza della chiara progettualità sangallesca.
CHIESA DI S. ANDREA (secoli IX-XIV)
 La chiesa di s. Andrea, una delle più antiche di Montefiascone, ebbe il suo momento d'importanza in epoca comunale, quando nella piazzetta antistante si amministrava la giustizia e si tenevano le assemblee. L'interno dell'edificio, delineato da tre navate, scandito da rudi colonne e pilastri, presenta le essenziali decorazioni di quattro capitelli che, per il loro vigore primitivo, aiutano ad ascrivere l'origine della costruzione al periodo preromanico. Alcuni storici dell'arte segnalano questa piccola chiesa come uno dei più antichi prototipi conosciuti di architettura romanico-lombarda.
CHIESA E CONVENTO DI S. FRANCESCO
 Montefiascone oltre ad essere una città che ha conosciuto moltissimi Papi è anche sede di numerosissime chiese e conventi. Il complesso di San Francesco fa parte comunque di tre conventi medievali situati ai tre vertici di un ideale triangolo che ha al suo interno la piazza principale del paese (piazza Vittorio Emanuele). Pur essendo quasi completamente inglobato nella moderna struttura dell'ospedale, il convento lascia bene in vista le forme del suo passato medievale. Dall'altare, si possono ammirare: la cupo letta di una cappella, il chiostro, nelle pareti le bifore gotiche di pregevole fattura e parti di archi anch'essi gotici. Le pareti laterali della chiesa, erette con la tecnologia della "petrella viterbese", tipica della zona e presente anche in ampi tratti delle mura della città di Viterbo, non lasciano dubbi sulla sua datazione (XII e XIII sec.). L'interno della chiesa è stato completamente rifatto nel '600 adeguandolo come spesso accade allo stile dell'epoca
CHIESA E CONVENTO DI S. AGOSTINO
 Era un convento Agostiniano e fu abbandonato da quest'ordine nel XIX sec., da quel momento acquistato da privati venne riadattato per essere abitato. L'impianto è romanico, si possono ancora osservare delle parti originali degne di nota; all'esterno il portale, finemente decorato e l'abside della cappella annessa al convento, all'interno della quale sono visibili pregevoli affreschi. Nel convento pare abbia soggiornato Martin Lutero che nel 1510 si recava a Roma.
SEMINARIO MARCO ANTONIO BARBARIGO
 Il Seminario è un complesso architettonico che caratterizza la morfologia della struttura urbana sul lato che va dalla Porta di Borgheriglia fino a metà di Via Trento. Fondato del cardinale Altieri nel 1666 si presentava con dimensioni molto ridotte. Nel 1695 il Cardinale Barbarigo diede incarico all'architetto Giovan Battista Origoni di procedere ad un progetto di ampliamento del complesso. In seguito furono ristrutturate la chiesa, che divenne la cappella esclusiva del seminario e la palazzina dei Professori. Ben presto il Seminario divenne un grande centro di studi, una vera e propria Università per quel tempo. A dare lustro al centro, furono sia i docenti, alcuni dei quali divennero cardinali, che i seminaristi, bastino fra tutti, Giovan Battista Casti, Riccardo Oward duca di Norfolk, il pittore Pietro Aldi, l'estensore della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, illatinista Alessandro Volpini, e lo storico Frangipane. Il Seminario fu dotato inoltre di una preziosissima biblioteca ricca di manoscritti, incunaboli, e edizioni a stampa del '600 e del'700, tra i quali, molti direttamente stampati dall'annessa tipografia.
PIAZZA VITTORIO EMANUELE
 Prima che il paese si espandesse più in basso, cosa che avvenne dopo gli anni '30 Piazza Vittorio Emanuele era la piazza più importante della città dove si collocarono tutti gli avvenimenti più importanti della vita pubblica del paese. Urbanisticamente parlando, costituisce la cerniera che tiene insieme le tre fasi di sviluppo del borgo di Montefiascone. La prima fase concentrica che si è attestata attorno alla Rocca dei Papi (1100-1300), una seconda fase, generata dalla direttrice (oggi Via Bixio), che diede vita al Borgo Minore, ed un'ultima fase che ha avuto come generatrice l'asse dell'attuale Corso Cavour, dando vita al Borgo Maggiore. Ancora oggi è l'unica vera piazza di Montefiascone, nel senso che essa riveste un ruolo di reale nodalità. Al centro della Piazza, troviamo una elegante fontana, opera dell'ingegnere Cesare Tuccimei, inaugurata il 28 agosto 1898, in occasione del completamento dell'acquedotto del Cimino.
PORTA DI BORGHERIGLIA
 E' stata per molti secoli la principale porta di accesso a Montefiascone. Il nome di derivazione spagnola significa "piccolo borgo", tale denominazione, è stata usata probabilmente per la prima volta durante la permanenza, presso la Rocca del cardinale spagnolo EgidioAlbomoz (1359), ma fino al XVII sec. si è chiamata anche Porta Romana, poiché rappresentava l'ingresso naturale per il visitatore che arrivava da Roma. Venne fatta ristrutturare nel 1702 dal cardinale Marco Antonio Barbarigo, sotto la direzione dell'architetto Giovan Battista Origoni che aveva già redatto i progetti del Seminario. Questi oltre a dare alla porta le nuove forme, che sono arrivate sino ad oggi, la progettò come un balcone affacciato sullo stupendo panorama del lago, balcone che nello stesso tempo sarebbe servito da passaggio aereo, per collegare il Seminario alla palazzina dei professori.
S. PANCRAZIO IN NUCERINO
San Pancrazio in Nucerino. E' una delle chiese più antiche di Montefiascone ed è tra quelle menzionate nella lettera di riconferma dei beni diocesani, inviata nel ‘852 d. C. da papa Leone IV al vescovo di Tuscania Virobono. Gli storici che hanno scritto su Montefiascone ne parlano come di cenobio Benedettino, unito al convento di S. Pietro in valle Perlata, (antico nome della valle sul lago di M.), i resti del quale si trovano, quasi sulle rive del lago. La chiesa è ad unica navata, l'abside è munita di una finestra a doppio strombo. Nel catino absidale vi è un affresco che il vescovo Cecchinelli nella visita del 1630 definisce "tollerabile". La costruzione è caratterizzata da una notevole stratificazione muraria che si può riassumere in tre fasi principali, una fase di consolidamento ed un'aggiunta molto tarda che riguarda l'intero vano della sagrestia. Elementi stilistici d'interesse sono: la bicromia, presente nella finestra dell'abside; di gusto Pisano, le mensole Romaniche, nel lato nord del tetto e l'edicola Gotica. Di notevole interesse è l'ambiente inferiore, all'intemo del quale si trova una porzione di paramento in "opus reticolatum".
SANTA MARIA DELLA POTENZA O DEL DIVINO AMORE
 Santa Maria della potenza o del Divino Amore. La chiesa era annessa ad un monastero, che apparteneva fino a pochi anni fa alle Salesiane, nel 1986 è divenuto centro di formazione religiosa. Fino alla visita pastorale del 1583 si chiamava San Giovanni in Borgo, in quella data venne trovata dal "visitatore" in stato di decadenza per questo nel 1615 il capitolo della cattedrale la cedette alla confraternita di S. Maria della Potenza dalla quale prese il nome. In questo periodo venne restaurata ed aperta al culto. Verso la fine del '700 il vescovo Saverio Giustiniani intese rifare la facciata secondo il gusto dell'epoca. In tali forme la chiesa è arrivata fino a noi.
SANTA MARIA IN CASTELLO O DELLA NEVE
 Santa Maria in Castello o della Neve. Venne eretta nel XIII sec. su commissione di Papa Innocenzo III per dare una comoda cappella alla Rocca, dimora dei rettori del patrimonio di S. Pietro. Attorno al XVI sec. la chiesa cadde in stato di abbandono tanto che nella visita del 1583 venne trovata "nive magna repleta" è per questo che da quel giorno venne comunemente chiamata S. Maria della neve.