Montefiascone - Guida Turistica

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.: MONTEFIASCONE
 Montefiascone (VT) è un comune con oltre 12600 abitanti, dista dal Capoluogo circa 15 km ed è terra di produzione del vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Le radici del toponimo Monte Fiascone (dovuto al fatto che si trova a 600 m s.l.d.m. e per via dell'EST! EST!! EST!!!) sono ammesse ad ammettere un mons faliscorum, con riferimento ai falisci, che sarebbero approdati da queste parti dopo la distruzione dei vari centri dell'ager faliscus ad opera dei romani. C’è anche l'improbabile ipotesi di mons phisconis, dal nome di una popolazione di origine greca, ma ciò è soltanto una pura casualità.
 Per gli Etruschi il territorio di Montefiascone era considerato un' area sacra. Lo confermano il ritrovamento di due zone templari a Cornos (in riva al lago) e alla Rocca. Le origini etrusche e l'amenità dei luoghi hanno sollecitato la fantasia di alcuni storici circa la presenza sul posto del Fanum Voltumnae, il maggior tempio etrusco, ma gli scavi hanno dimostrato che si intravedono tracce di civiltà più antiche nella zona tra Montefiascone e Viterbo, dove fiorì la civiltà eneolitica di Rinaldone.
 Montefiascone conobbe migliori fortune nel periodo romano, grazie ad un efficiente sistema viario(un esempio è la via Cassia, costruita tra il 170 e il 150 a.C.), facilitato proprio dalla carenza di fenomeni urbani rilevanti da parte degli etruschi. Alcuni ritrovamenti nella zona della basilica di San Flaviano ci fanno pensare che il nucleo iniziale romano si trovasse proprio in questa area. Sono stati trovati mausolei, necropoli e numerose lapidi.
 I primi documenti che citano Montefiascone, allora mons flasconis, risalgono all'853, quando pare che Leone IV confermava al vescovo di Tuscanica Virobono i possedimenti della diocesi alla quale il nostro territorio apparteneva. Abbiamo così notizie del convento di San Pietro "in Vico pergulata", sulla riva del lago di cui rimangono le tracce di fondamenta delle scomparse chiese di Santa Maria e Sant'Agnese, della chiesa di San Pancrazio in Nocerina e di Sant'Andrea, prima posta all'interno delle mura cittadine.
 È in questo periodo che la piccola fortezza inizia ad avere importanza strategica. Nel 1058 vi si fermò il papa Stefano IX (per maggiori informazioni consultare l'apposita pagina sui papi a Montefiascone), e nel 1065 vi si stanzia l'esercito della contessa Matilde. Il 15 giugno 1074 Papa Gregorio VII incontrò la stessa contessa Matilde e la madre Beatrice, sue preziose alleate, a San Flaviano (vedi notizie sulle due chiese più importanti a Montefiascone). La fortezza venne messa sotto assedio nel 1093 da Enrico IV, ma i conti Farnese, Ildibrandini e di Bisenzio la difesero energicamente. Nel 1111 Enrico V passò con la sua corte al seguito mentre andava a Roma per la consacrazione della sua sovranità; secondo la leggenda Johannes Defuk era venuto con lui in Italia. L'imperatore Francesco Barbarossa venne a Montefiascone nel 1185, poiché aveva intuito l'importanza strategica della fortezza.
 Negli anni seguenti Montefiascone divenne uno dei più importanti centri della chiesa. Papa Innocenzo III costruì nel tredicesimo secolo il patrimonio di San Pietro, facendosi forte delle promesse incompiute di Pipino e Carlomagno. Innocenzo III venne per la prima volta a Montefiscone nel 1207. Rinforzò la Rocca munendola di un muro di cinta. Tre anni dopo la venuta del papa, Ottone IV occupò Montefiascone e vi instaurò il suo quartier generale. Nel 1222 passò di qui San Francesco, e lasciò uno dei suoi seguaci affinché iniziasse i cittadini al suo modo di intendere e vivere il Vangelo. Nel 1267, per un breve periodo il paese fu invaso dai ghibellini. Papa Martino IV soggiornò ininterrottamente alla Rocca, e la abbellì tanto da farla diventare una reggia. Egli era ghiotto delle anguille del lago di Bolsena, e per questo motivo Dante lo incluse nel circolo dei golosi. Nel 1315 la fortezza fu messa sotto assedio a causa di una disputa con un vicario rettore di San Pietro. I ghibellini (sostenitori dell'imperatore) vinsero, e derisero gli sconfitti. La vigilia di Natale fu tenuto un processo a carico dei prigionieri, e ci furono condanne pesanti. Nel 1321 papa Giovanni XXII, da Avignone, ordinò che si coniasse nella Rocca una nuova moneta, la "papalina" o "paparina". Nel periodo della cattività avignonese non abbiamo pontefici a Montefiascone, ma vi soggiornano per anni e anni i loro legati, che li sostituivano alla guida del governo. Uno di essi fu il cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Nelle sue missioni in Italia nel 1353-57 e nel 1358-67 risedette in prevalenza a Montefiascone. Passò il primo inverno totalmente all'interno della rocca, predisponendo i piani di battaglia ed accattivandosi più alleati possibili. In questo periodo la fortezza si poteva ritenere inespugnabile. Quando Urbano V salì al soglio pontificio, l'Albornoz aveva quasi del tutto restaurato lo stato pontificio. Il 30 aprile 1367 riportò la sede da Avignone a Roma. Furono intrapresi dei lavori per abbellire ulteriormente la Rocca, ed Urbano V vi risedette nelle estati del 1368, 69, 80. Il 9 ottobre 1368 ritornò a Roma per incoronare Carlo IV. Nel 1463 la Rocca aveva ormai perso il suo prestigio, poiché la sede del regno pontificio era stata spostata prima a Viterbo, e poi definitivamente a Roma. Il papa Pio II, visitandola, la descrive: "...il palazzo fu costruito come una fortezza, con saloni, sale da pranzo, stanze da letto convenienti alla dignità di un papa, ma ora è in parte cadente, sia per vecchiaia che per incuria...". Il 2 settembre 1471 vennero approvati degli statuti da Sisto IV, tra i quali vi era anche l'ordine in cui si doveva entrare in chiesa: prima il podestà, i priori e i notai; poi i mercanti, i calzolai e gli osti; i marmisti, i fabbri e i carpentieri; i lavoratori, i pastori e gli albergatori, dopodiché era il turno dei bifolchi e dei vetturali, seguiti da pescatori, vagliatori e macellai. Ultimi erano i barbieri.